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Puglia2020: Per conoscere l’esito dei tamponi in Puglia ci vogliono 11 giorni, il dato fa allarmare il ministero della Sanità. Ma non la regione

13 luglio 2020

Di seguito la dichiarazione del candidato presidente del centrodestra per la Puglia, Raffaele Fitto

“La Puglia già ultima per numero di tamponi effettuati, ora sconta un altro triste primato negativo: è ultima anche sui tempi troppo lunghi nel diagnosticare il Covid. Cioè fra quando viene effettuato il tampone (e quindi il paziente ha i primi sintomi) e l’esito passano mediamente 11 giorni. A rilevarlo è il report settimanale del Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato su ‘Il Sole 24 Ore’, che punta il dito anche sulla mancanza di investigatori anti-Covid nella Sanità pugliese. In pratica la Puglia è fra le Regioni che non ha raggiunto la soglia minima di personale per cui emerge una incapacità di tracciare nuovi positivi.
Questi ultimi dati non fanno che confermare quanto sempre detto: le scellerate Politiche sanitarie di questi anni, hanno depotenziato la medicina territoriale, e in particolare i dipartimenti di prevenzione e i distretti. Non solo, nei mesi di emergenza a complicare il tutto c’è stata anche la decisione di mettere in ‘quarantena’ i medici di base, senza sentire la necessità di potenziare la rete dei laboratori necessari per accelerare i tempi sull’esito dei tamponi.
Chi dovrebbe preoccuparsi e occuparsi di tutto questo ha almeno dato una lettura a questi dati? Oppure è intento a fare tutt’altro?”

Puglia2020: Per conoscere l’esito dei tamponi in Puglia ci vogliono 11 giorni, il dato fa allarmare il ministero della Sanità. Ma non la regione

13 luglio 2020

Di seguito la dichiarazione del candidato presidente del centrodestra per la Puglia, Raffaele Fitto

“La Puglia già ultima per numero di tamponi effettuati, ora sconta un altro triste primato negativo: è ultima anche sui tempi troppo lunghi nel diagnosticare il Covid. Cioè fra quando viene effettuato il tampone (e quindi il paziente ha i primi sintomi) e l’esito passano mediamente 11 giorni. A rilevarlo è il report settimanale del Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato su ‘Il Sole 24 Ore’, che punta il dito anche sulla mancanza di investigatori anti-Covid nella Sanità pugliese. In pratica la Puglia è fra le Regioni che non ha raggiunto la soglia minima di personale per cui emerge una incapacità di tracciare nuovi positivi.
Questi ultimi dati non fanno che confermare quanto sempre detto: le scellerate Politiche sanitarie di questi anni, hanno depotenziato la medicina territoriale, e in particolare i dipartimenti di prevenzione e i distretti. Non solo, nei mesi di emergenza a complicare il tutto c’è stata anche la decisione di mettere in ‘quarantena’ i medici di base, senza sentire la necessità di potenziare la rete dei laboratori necessari per accelerare i tempi sull’esito dei tamponi.
Chi dovrebbe preoccuparsi e occuparsi di tutto questo ha almeno dato una lettura a questi dati? Oppure è intento a fare tutt’altro?”

Puglia2020: Per conoscere l’esito dei tamponi in Puglia ci vogliono 11 giorni, il dato fa allarmare il ministero della Sanità. Ma non la regione

13 luglio 2020

Di seguito la dichiarazione del candidato presidente del centrodestra per la Puglia, Raffaele Fitto

“La Puglia già ultima per numero di tamponi effettuati, ora sconta un altro triste primato negativo: è ultima anche sui tempi troppo lunghi nel diagnosticare il Covid. Cioè fra quando viene effettuato il tampone (e quindi il paziente ha i primi sintomi) e l’esito passano mediamente 11 giorni. A rilevarlo è il report settimanale del Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato su ‘Il Sole 24 Ore’, che punta il dito anche sulla mancanza di investigatori anti-Covid nella Sanità pugliese. In pratica la Puglia è fra le Regioni che non ha raggiunto la soglia minima di personale per cui emerge una incapacità di tracciare nuovi positivi.
Questi ultimi dati non fanno che confermare quanto sempre detto: le scellerate Politiche sanitarie di questi anni, hanno depotenziato la medicina territoriale, e in particolare i dipartimenti di prevenzione e i distretti. Non solo, nei mesi di emergenza a complicare il tutto c’è stata anche la decisione di mettere in ‘quarantena’ i medici di base, senza sentire la necessità di potenziare la rete dei laboratori necessari per accelerare i tempi sull’esito dei tamponi.
Chi dovrebbe preoccuparsi e occuparsi di tutto questo ha almeno dato una lettura a questi dati? Oppure è intento a fare tutt’altro?”

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