Tamponi: Puglia ultima in Italia. Dopo questi ulteriori dati e le autorevoli dichiarazioni possiamo sperare in un cambio di strategia?
07 maggio 2020
Dichiarazione del co-presidente del gruppo europeo ECR-FRATELLI D’ITALIA, Raffaele Fitto
“Da settimane leggendo i Bollettini che dirama la Regione Puglia riscontro (comparandoli con le altre regioni) che in Puglia, oltre ad altri preoccupantissimi dati sui quali sono più volte intervenuto, siamo fortemente a rischio contagio e siamo ultimi per i tamponi. Come se non bastassero i dati dell’ISTAT e dell’ISS di questi ultimi giorni, sono convinto che vadano cercate le motivazioni e quindi probabilmente cambiata la strategia attivando misure diverse da quelle messe in campo fino ad ora dal duo Emiliano-Lopalco soprattutto ascoltando semplicemente ciò che dicono anche altri autorevolissimi esperti.
Oggi il presidente della GIMBE, Nino Cartabellotta, considerato tra gli esperti più autorevoli di ricerca e sanità del nostro Paese, ci fa sapere che la Puglia è ultima in Italia per i tamponi effettuati: ‘La Lombardia ne fa 99, la metà (46.6%) di controllo, fanalino di coda la Puglia con 37 test quasi totalmente diagnostici (98%)’. Di fatto, vengono fatti solo a chi presenta i sintomi del Covid. Per il presidente GIMBE è sbagliato! Sono sue dichiarazioni (non mie): ‘troppo basso il numero dei tamponi che vengono fatti ogni 100mila abitanti. I dati confermano la resistenza di alcune Regioni ad estendere massivamente il numero di tamponi, in contrasto con raccomandazioni internazionali, evidenze scientifiche e disponibilità di reagenti’. Cartabellotta si riferisce forse alla Puglia? Temo proprio di sì.
Anche il direttore dell’Istituto Superiore Sanità Gianni Rezza, sempre oggi, sostiene che ‘Ci vuole un cambio di passo in fase 2 sui tamponi, bisogna cambiare strategia aumentando il numero di test. Il Veneto ha fatto molto bene, ha fatto molti tamponi sul territorio, va fatto così in tutta Italia. Bisogna fare tamponi anche ad asintomatici e contatti stretti’. E sulle Regioni sempre lui aggiunge: ‘Il Governo deve neutralizzare comportamenti opportunistici delle Regioni finalizzati a ridurre la diagnosi di un numero troppo elevato di nuovi casi che, in base agli algoritmi attuali, aumenterebbe il rischio di nuovi lockdown’. Anche in questo caso la sensazione che anche Rezza si riferisca alla Puglia è evidente.
Inoltre, non va dimenticato che i clinici della Scuola di Medicina di Bari (inspiegabilmente esclusi dalla Regione nonostante il loro contributo sia elevato dal punto di vista scientifico e soprattutto sarebbe GRATUITO) il 23 aprile con una lettera aperta, già sollecitavano i tamponi sugli operatori sanitari, perché oltre a tutelare gli stessi, rappresentano una forma di garanzia a tutela della salute di tutti i pazienti.
Sono tutte dichiarazioni autorevolissime dal punto scientifico che, lette insieme con i dati pugliesi e delle altre regioni di queste settimane, dovrebbero suggerire un cambio di strategia e risposte utili al confronto. Sarà anche tutto questo derubricato a strumentale polemica politica?”
Tamponi: Puglia ultima in Italia. Dopo questi ulteriori dati e le autorevoli dichiarazioni possiamo sperare in un cambio di strategia?
07 maggio 2020
Dichiarazione del co-presidente del gruppo europeo ECR-FRATELLI D’ITALIA, Raffaele Fitto
“Da settimane leggendo i Bollettini che dirama la Regione Puglia riscontro (comparandoli con le altre regioni) che in Puglia, oltre ad altri preoccupantissimi dati sui quali sono più volte intervenuto, siamo fortemente a rischio contagio e siamo ultimi per i tamponi. Come se non bastassero i dati dell’ISTAT e dell’ISS di questi ultimi giorni, sono convinto che vadano cercate le motivazioni e quindi probabilmente cambiata la strategia attivando misure diverse da quelle messe in campo fino ad ora dal duo Emiliano-Lopalco soprattutto ascoltando semplicemente ciò che dicono anche altri autorevolissimi esperti.
Oggi il presidente della GIMBE, Nino Cartabellotta, considerato tra gli esperti più autorevoli di ricerca e sanità del nostro Paese, ci fa sapere che la Puglia è ultima in Italia per i tamponi effettuati: ‘La Lombardia ne fa 99, la metà (46.6%) di controllo, fanalino di coda la Puglia con 37 test quasi totalmente diagnostici (98%)’. Di fatto, vengono fatti solo a chi presenta i sintomi del Covid. Per il presidente GIMBE è sbagliato! Sono sue dichiarazioni (non mie): ‘troppo basso il numero dei tamponi che vengono fatti ogni 100mila abitanti. I dati confermano la resistenza di alcune Regioni ad estendere massivamente il numero di tamponi, in contrasto con raccomandazioni internazionali, evidenze scientifiche e disponibilità di reagenti’. Cartabellotta si riferisce forse alla Puglia? Temo proprio di sì.
Anche il direttore dell’Istituto Superiore Sanità Gianni Rezza, sempre oggi, sostiene che ‘Ci vuole un cambio di passo in fase 2 sui tamponi, bisogna cambiare strategia aumentando il numero di test. Il Veneto ha fatto molto bene, ha fatto molti tamponi sul territorio, va fatto così in tutta Italia. Bisogna fare tamponi anche ad asintomatici e contatti stretti’. E sulle Regioni sempre lui aggiunge: ‘Il Governo deve neutralizzare comportamenti opportunistici delle Regioni finalizzati a ridurre la diagnosi di un numero troppo elevato di nuovi casi che, in base agli algoritmi attuali, aumenterebbe il rischio di nuovi lockdown’. Anche in questo caso la sensazione che anche Rezza si riferisca alla Puglia è evidente.
Inoltre, non va dimenticato che i clinici della Scuola di Medicina di Bari (inspiegabilmente esclusi dalla Regione nonostante il loro contributo sia elevato dal punto di vista scientifico e soprattutto sarebbe GRATUITO) il 23 aprile con una lettera aperta, già sollecitavano i tamponi sugli operatori sanitari, perché oltre a tutelare gli stessi, rappresentano una forma di garanzia a tutela della salute di tutti i pazienti.
Sono tutte dichiarazioni autorevolissime dal punto scientifico che, lette insieme con i dati pugliesi e delle altre regioni di queste settimane, dovrebbero suggerire un cambio di strategia e risposte utili al confronto. Sarà anche tutto questo derubricato a strumentale polemica politica?”
Tamponi: Puglia ultima in Italia. Dopo questi ulteriori dati e le autorevoli dichiarazioni possiamo sperare in un cambio di strategia?
07 maggio 2020
Dichiarazione del co-presidente del gruppo europeo ECR-FRATELLI D’ITALIA, Raffaele Fitto
“Da settimane leggendo i Bollettini che dirama la Regione Puglia riscontro (comparandoli con le altre regioni) che in Puglia, oltre ad altri preoccupantissimi dati sui quali sono più volte intervenuto, siamo fortemente a rischio contagio e siamo ultimi per i tamponi. Come se non bastassero i dati dell’ISTAT e dell’ISS di questi ultimi giorni, sono convinto che vadano cercate le motivazioni e quindi probabilmente cambiata la strategia attivando misure diverse da quelle messe in campo fino ad ora dal duo Emiliano-Lopalco soprattutto ascoltando semplicemente ciò che dicono anche altri autorevolissimi esperti.
Oggi il presidente della GIMBE, Nino Cartabellotta, considerato tra gli esperti più autorevoli di ricerca e sanità del nostro Paese, ci fa sapere che la Puglia è ultima in Italia per i tamponi effettuati: ‘La Lombardia ne fa 99, la metà (46.6%) di controllo, fanalino di coda la Puglia con 37 test quasi totalmente diagnostici (98%)’. Di fatto, vengono fatti solo a chi presenta i sintomi del Covid. Per il presidente GIMBE è sbagliato! Sono sue dichiarazioni (non mie): ‘troppo basso il numero dei tamponi che vengono fatti ogni 100mila abitanti. I dati confermano la resistenza di alcune Regioni ad estendere massivamente il numero di tamponi, in contrasto con raccomandazioni internazionali, evidenze scientifiche e disponibilità di reagenti’. Cartabellotta si riferisce forse alla Puglia? Temo proprio di sì.
Anche il direttore dell’Istituto Superiore Sanità Gianni Rezza, sempre oggi, sostiene che ‘Ci vuole un cambio di passo in fase 2 sui tamponi, bisogna cambiare strategia aumentando il numero di test. Il Veneto ha fatto molto bene, ha fatto molti tamponi sul territorio, va fatto così in tutta Italia. Bisogna fare tamponi anche ad asintomatici e contatti stretti’. E sulle Regioni sempre lui aggiunge: ‘Il Governo deve neutralizzare comportamenti opportunistici delle Regioni finalizzati a ridurre la diagnosi di un numero troppo elevato di nuovi casi che, in base agli algoritmi attuali, aumenterebbe il rischio di nuovi lockdown’. Anche in questo caso la sensazione che anche Rezza si riferisca alla Puglia è evidente.
Inoltre, non va dimenticato che i clinici della Scuola di Medicina di Bari (inspiegabilmente esclusi dalla Regione nonostante il loro contributo sia elevato dal punto di vista scientifico e soprattutto sarebbe GRATUITO) il 23 aprile con una lettera aperta, già sollecitavano i tamponi sugli operatori sanitari, perché oltre a tutelare gli stessi, rappresentano una forma di garanzia a tutela della salute di tutti i pazienti.
Sono tutte dichiarazioni autorevolissime dal punto scientifico che, lette insieme con i dati pugliesi e delle altre regioni di queste settimane, dovrebbero suggerire un cambio di strategia e risposte utili al confronto. Sarà anche tutto questo derubricato a strumentale polemica politica?”