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Fase2: Fondi Europei (non spesi) tolti al sud per far ripartire il paese? Il Governo utilizzi i Fondi di Coesione

21 aprile 2020

Dichiarazione del co-presidente del gruppo europeo ECR-FRATELLI D’ITALIA, Raffaele Fitto

“La Fase 2 la paga il Sud per far ripartire il Paese? È questo il dibattito che si è aperto in queste ore e che oggi è stato occasione di un utile confronto con il ministro del Sud, Giuseppe Provenzano.
Una cosa appare abbastanza certa: dopo le tante belle parole l’Europa finora, ma vedremo cosa accadrà nel Consiglio Europeo del 23, non ha messo in campo 1 solo euro; mentre l’Italia è chiamata a trovare le risorse riprogrammando quelle comunitarie e nazionali (già previste) per far fronte alla più grave crisi economica dal dopoguerra. Come? Tagliando sostanzialmente risorse al Sud per sostenere la ripartenza.
E veniamo al merito, il ministro Provenzano propone a nome del governo di tagliare il 20% dei Programmi comunitari nazionali e regionali per destinarli a interventi anticrisi, parliamo di circa 10 miliardi di euro (oltre 7 miliardi sono tagliati alle Regioni del Sud ed i restanti 3 miliardi sono di programmi nazionali per lo più destinati sempre al Mezzogiorno). Su questa proposta ci confronteremo in queste ore con proposte serie e praticabili con l’obiettivo di difendere seriamente gli interessi del Sud. Nel frattempo, però, ritengo un po’ stucchevole e fuorviante il dibattito che si è aperto nel quale tutti si schierano a favore del Sud a prescindere talvolta, però, senza una analisi seria e obiettiva e una vera autocritica. Perché oggi il Governo propone di tagliare queste risorse? Semplice, perché non sono state spese o impegnate per tempo. Un esempio? La Puglia. Anche se la sensazione è che questo dato sembra interessare a pochi. Qui il taglio del 20% potrebbe voler dire rinunciare a 1,4 miliardi di euro perché a dicembre 2019 le risorse impegnate sono state solo 3,5 miliardi a fronte di 7,1 miliardi disponibili.
Perchè allora il Governo non si orienta sulle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione dove, a differenza delle risorse europee, può assumere con certezza l’impegno di rimettere esattamente le stesse risorse che oggi ha intenzione di spostare. Infatti, a fronte di 64 miliardi di euro di risorse programmate al 31 dicembre 2019 gli impegni sono fermi a circa il 10%. In questo caso se guardiamo la Puglia, anche questo interessa poco, notiamo che dal 2016 ha a disposizione oltre 2 miliardi di euro per il famoso ‘Patto per la Puglia’ e al 31 dicembre 2019 ha impegnato solo il 23% ovvero 479 milioni di euro e speso appena 51 milioni il 2,5%. Riprogrammando le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione al Mezzogiorno non si tagliano tali risorse come avviene per i fondi europei ma si sposta la spesa in avanti con l’impegno preciso del Governo di aumentare la dotazione del Fondo Sviluppo e Coesione nel prossimo ciclo di programmazione (2021-2027). Tutto ciò non comporterebbe il blocco dei progetti in corso e soprattutto le Regioni avrebbero la garanzia di poter contare su maggiori stanziamenti in futuro”.

Fase2: Fondi Europei (non spesi) tolti al sud per far ripartire il paese? Il Governo utilizzi i Fondi di Coesione

21 aprile 2020

Dichiarazione del co-presidente del gruppo europeo ECR-FRATELLI D’ITALIA, Raffaele Fitto

“La Fase 2 la paga il Sud per far ripartire il Paese? È questo il dibattito che si è aperto in queste ore e che oggi è stato occasione di un utile confronto con il ministro del Sud, Giuseppe Provenzano.
Una cosa appare abbastanza certa: dopo le tante belle parole l’Europa finora, ma vedremo cosa accadrà nel Consiglio Europeo del 23, non ha messo in campo 1 solo euro; mentre l’Italia è chiamata a trovare le risorse riprogrammando quelle comunitarie e nazionali (già previste) per far fronte alla più grave crisi economica dal dopoguerra. Come? Tagliando sostanzialmente risorse al Sud per sostenere la ripartenza.
E veniamo al merito, il ministro Provenzano propone a nome del governo di tagliare il 20% dei Programmi comunitari nazionali e regionali per destinarli a interventi anticrisi, parliamo di circa 10 miliardi di euro (oltre 7 miliardi sono tagliati alle Regioni del Sud ed i restanti 3 miliardi sono di programmi nazionali per lo più destinati sempre al Mezzogiorno). Su questa proposta ci confronteremo in queste ore con proposte serie e praticabili con l’obiettivo di difendere seriamente gli interessi del Sud. Nel frattempo, però, ritengo un po’ stucchevole e fuorviante il dibattito che si è aperto nel quale tutti si schierano a favore del Sud a prescindere talvolta, però, senza una analisi seria e obiettiva e una vera autocritica. Perché oggi il Governo propone di tagliare queste risorse? Semplice, perché non sono state spese o impegnate per tempo. Un esempio? La Puglia. Anche se la sensazione è che questo dato sembra interessare a pochi. Qui il taglio del 20% potrebbe voler dire rinunciare a 1,4 miliardi di euro perché a dicembre 2019 le risorse impegnate sono state solo 3,5 miliardi a fronte di 7,1 miliardi disponibili.
Perchè allora il Governo non si orienta sulle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione dove, a differenza delle risorse europee, può assumere con certezza l’impegno di rimettere esattamente le stesse risorse che oggi ha intenzione di spostare. Infatti, a fronte di 64 miliardi di euro di risorse programmate al 31 dicembre 2019 gli impegni sono fermi a circa il 10%. In questo caso se guardiamo la Puglia, anche questo interessa poco, notiamo che dal 2016 ha a disposizione oltre 2 miliardi di euro per il famoso ‘Patto per la Puglia’ e al 31 dicembre 2019 ha impegnato solo il 23% ovvero 479 milioni di euro e speso appena 51 milioni il 2,5%. Riprogrammando le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione al Mezzogiorno non si tagliano tali risorse come avviene per i fondi europei ma si sposta la spesa in avanti con l’impegno preciso del Governo di aumentare la dotazione del Fondo Sviluppo e Coesione nel prossimo ciclo di programmazione (2021-2027). Tutto ciò non comporterebbe il blocco dei progetti in corso e soprattutto le Regioni avrebbero la garanzia di poter contare su maggiori stanziamenti in futuro”.

Fase2: Fondi Europei (non spesi) tolti al sud per far ripartire il paese? Il Governo utilizzi i Fondi di Coesione

21 aprile 2020

Dichiarazione del co-presidente del gruppo europeo ECR-FRATELLI D’ITALIA, Raffaele Fitto

“La Fase 2 la paga il Sud per far ripartire il Paese? È questo il dibattito che si è aperto in queste ore e che oggi è stato occasione di un utile confronto con il ministro del Sud, Giuseppe Provenzano.
Una cosa appare abbastanza certa: dopo le tante belle parole l’Europa finora, ma vedremo cosa accadrà nel Consiglio Europeo del 23, non ha messo in campo 1 solo euro; mentre l’Italia è chiamata a trovare le risorse riprogrammando quelle comunitarie e nazionali (già previste) per far fronte alla più grave crisi economica dal dopoguerra. Come? Tagliando sostanzialmente risorse al Sud per sostenere la ripartenza.
E veniamo al merito, il ministro Provenzano propone a nome del governo di tagliare il 20% dei Programmi comunitari nazionali e regionali per destinarli a interventi anticrisi, parliamo di circa 10 miliardi di euro (oltre 7 miliardi sono tagliati alle Regioni del Sud ed i restanti 3 miliardi sono di programmi nazionali per lo più destinati sempre al Mezzogiorno). Su questa proposta ci confronteremo in queste ore con proposte serie e praticabili con l’obiettivo di difendere seriamente gli interessi del Sud. Nel frattempo, però, ritengo un po’ stucchevole e fuorviante il dibattito che si è aperto nel quale tutti si schierano a favore del Sud a prescindere talvolta, però, senza una analisi seria e obiettiva e una vera autocritica. Perché oggi il Governo propone di tagliare queste risorse? Semplice, perché non sono state spese o impegnate per tempo. Un esempio? La Puglia. Anche se la sensazione è che questo dato sembra interessare a pochi. Qui il taglio del 20% potrebbe voler dire rinunciare a 1,4 miliardi di euro perché a dicembre 2019 le risorse impegnate sono state solo 3,5 miliardi a fronte di 7,1 miliardi disponibili.
Perchè allora il Governo non si orienta sulle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione dove, a differenza delle risorse europee, può assumere con certezza l’impegno di rimettere esattamente le stesse risorse che oggi ha intenzione di spostare. Infatti, a fronte di 64 miliardi di euro di risorse programmate al 31 dicembre 2019 gli impegni sono fermi a circa il 10%. In questo caso se guardiamo la Puglia, anche questo interessa poco, notiamo che dal 2016 ha a disposizione oltre 2 miliardi di euro per il famoso ‘Patto per la Puglia’ e al 31 dicembre 2019 ha impegnato solo il 23% ovvero 479 milioni di euro e speso appena 51 milioni il 2,5%. Riprogrammando le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione al Mezzogiorno non si tagliano tali risorse come avviene per i fondi europei ma si sposta la spesa in avanti con l’impegno preciso del Governo di aumentare la dotazione del Fondo Sviluppo e Coesione nel prossimo ciclo di programmazione (2021-2027). Tutto ciò non comporterebbe il blocco dei progetti in corso e soprattutto le Regioni avrebbero la garanzia di poter contare su maggiori stanziamenti in futuro”.

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