Agroalimentare: Nell’immediato serve liquidità, ma poi insieme dobbiamo ripensare alle Politiche Agricole Europee
06 aprile 2020
Il co-presidente del gruppo europeo ECR-FRATELLI D’ITALIA, on. Raffaele Fitto, risponde al grido di allarme della Coldiretti Puglia
“Ci voleva una pandemia perché l’attenzione sull’AgroAlimentare tornasse alta da parte di chi in tutti questi anni ha fatto finta di non accorgersi di un settore in gravissime difficoltà. Per questo non posso rimanere indifferente all’ennesimo grido d’allarme lanciato dalla COLDIRETTI Puglia che chiede all’Europa l’immediata liquidità degli 800 milioni di Fondi PSR non spesi in questi anni dalla Regione Puglia. Questa è sicuramente una strada per l’immediato e che mi vedrà come sempre impegnato con la Commissione Europea nell’interesse degli agricoltori pugliesi.
Ma ora è anche il tempo di ripensare alle Politiche Agricole in Europa, finora gli aiuti erano concepiti per migliorare o completare l’esistente, oggi l’approccio deve cambiare: gli aiuti ora devono servire per RICOSTRUIRE a cominciare dalla futura programmazione (2021-2027). Insomma piuttosto che al Good Agricultural Practice si dovrà ritornare alla produzione delle materie prime.
Insieme alle organizzazioni di categoria dobbiamo cambiare un modello di sviluppo che ha contraddistinto la nostra economia negli ultimi decenni basato soprattutto sulla produzione di beni di consumo non essenziali, ma con margini notevoli di guadagno, rispetto alla produzione agricola ed alimentare”.
Agroalimentare: Nell’immediato serve liquidità, ma poi insieme dobbiamo ripensare alle Politiche Agricole Europee
06 aprile 2020
Il co-presidente del gruppo europeo ECR-FRATELLI D’ITALIA, on. Raffaele Fitto, risponde al grido di allarme della Coldiretti Puglia
“Ci voleva una pandemia perché l’attenzione sull’AgroAlimentare tornasse alta da parte di chi in tutti questi anni ha fatto finta di non accorgersi di un settore in gravissime difficoltà. Per questo non posso rimanere indifferente all’ennesimo grido d’allarme lanciato dalla COLDIRETTI Puglia che chiede all’Europa l’immediata liquidità degli 800 milioni di Fondi PSR non spesi in questi anni dalla Regione Puglia. Questa è sicuramente una strada per l’immediato e che mi vedrà come sempre impegnato con la Commissione Europea nell’interesse degli agricoltori pugliesi.
Ma ora è anche il tempo di ripensare alle Politiche Agricole in Europa, finora gli aiuti erano concepiti per migliorare o completare l’esistente, oggi l’approccio deve cambiare: gli aiuti ora devono servire per RICOSTRUIRE a cominciare dalla futura programmazione (2021-2027). Insomma piuttosto che al Good Agricultural Practice si dovrà ritornare alla produzione delle materie prime.
Insieme alle organizzazioni di categoria dobbiamo cambiare un modello di sviluppo che ha contraddistinto la nostra economia negli ultimi decenni basato soprattutto sulla produzione di beni di consumo non essenziali, ma con margini notevoli di guadagno, rispetto alla produzione agricola ed alimentare”.
Agroalimentare: Nell’immediato serve liquidità, ma poi insieme dobbiamo ripensare alle Politiche Agricole Europee
06 aprile 2020
Il co-presidente del gruppo europeo ECR-FRATELLI D’ITALIA, on. Raffaele Fitto, risponde al grido di allarme della Coldiretti Puglia
“Ci voleva una pandemia perché l’attenzione sull’AgroAlimentare tornasse alta da parte di chi in tutti questi anni ha fatto finta di non accorgersi di un settore in gravissime difficoltà. Per questo non posso rimanere indifferente all’ennesimo grido d’allarme lanciato dalla COLDIRETTI Puglia che chiede all’Europa l’immediata liquidità degli 800 milioni di Fondi PSR non spesi in questi anni dalla Regione Puglia. Questa è sicuramente una strada per l’immediato e che mi vedrà come sempre impegnato con la Commissione Europea nell’interesse degli agricoltori pugliesi.
Ma ora è anche il tempo di ripensare alle Politiche Agricole in Europa, finora gli aiuti erano concepiti per migliorare o completare l’esistente, oggi l’approccio deve cambiare: gli aiuti ora devono servire per RICOSTRUIRE a cominciare dalla futura programmazione (2021-2027). Insomma piuttosto che al Good Agricultural Practice si dovrà ritornare alla produzione delle materie prime.
Insieme alle organizzazioni di categoria dobbiamo cambiare un modello di sviluppo che ha contraddistinto la nostra economia negli ultimi decenni basato soprattutto sulla produzione di beni di consumo non essenziali, ma con margini notevoli di guadagno, rispetto alla produzione agricola ed alimentare”.